
Lago di Santa Croce, Oasi Sbarai e le case leggendarie
Il lago di Santa Croce è il lago più grande della provincia di Belluno e il secondo del Veneto.
un lago naturale formatosi da una frana che ha bloccato il percorso del Piave verso Vittorio Veneto e creando così la Sella del Fadalto. Viene anche chiamato il “lago del vento”, perché le correnti termiche pomeridiane sono la gioia di molti appassionati di windsurf e kitesurf, mentre i monti dell’Alpago e il Nevegal si specchiano nelle acque limpide.

La bellezza dell’Oasi Sbarai
Nel comune di Farra d’Alpago è presente l’Oasi Sbarai, 30ettari di oasi sito naturalistico che si sviluppano lungo il lago di Santa Croce. La zona è molto vasta e umida e al suo interno si susseguono ambienti diversi, legati principalmente alle variazioni dell’acqua del lago. Questa sua particolarità lo rendono un habitat ideale per diverse specie di uccelli come il Tuffetto, la Pavoncella, la Cannaiola, il Forapaglie, il Pendolino e ancora l’Airone cenerino, la Cicogna bianca e il Labbo Codalunga. L’oasi è molto facile da raggiungere tramite un percorso pianeggiate delineato da salici bianchi centenari.
Poco distante dall’Oasi sorgono i borghi di Bastia e Sitar. Due borghi rurali molto caratteristici che vale veramente la pena di visitare. A Sitar troverete anche il famoso albero della bicicletta. Un vecchio castagno di quasi 100 anni che ha inglobato nel suo tronco una vecchia bicicletta.
La leggenda narra che a Sitran vi fosse un contadino che nella prima metà del ‘900 riuscì ad acquistare una bicicletta, suo vanto e ricchezza. Quando andava nei campi a tagliare l’erba, la portava sempre con sé e la appoggiava sul castagno vicino. Passarono gli anni e la bicicletta divenne vecchia e malandata. Il contadino, non avendo cuore di gettarla via, in un giorno del 1952, decise di appenderla a un ramo secco del castagno, senza neppure immaginare che, col tempo, albero e bicicletta sarebbero diventati un corpo solo e un’anima sola. Per sempre” – da Il Quaderno degli Alberi antichi e leggendari di Paola Fantin (Kellermann Editore).
Nordic Walking all’Oasi Sbarai – lago di Santa Croce
Dopo aver visitato l’oasi vi consigliamo se siete amanti delle camminate di proseguire con una passeggiata verso la Madonna del Runal.
Il percorso è abbastanza impegnativo se praticato come nordic walking. Vi consigliamo di approcciarvi all’itinerario solo se siete abbastanza esperti. Se invece volete fare una semplice passeggiata o escursione, non ci sono problemi, sarà abbastanza semplice e piacevole, con alcuni tratti abbastanza ripidi che vi faranno cadere qualche goccia di sudore. Il percorso non è mai molto frequentato, quindi potrete godere di alcuni momenti di pace immersi nella natura.
A livello paesaggistico è interessante, passerete per la parte più bassa dell’Alpago e delle propaggini settentrionali della foresta del Cansiglio.
Parcheggiate la vostra auto presso i parcheggi degli impianti sportivi e proseguite verso sinistra lungo il sentiero che costeggia il lago. Sorpassate il ponte pedonale e come prima tappa raggiungerete la Madonna del Lago, un piccolo capitello commemorativo. Il sentiero prosegue fino a Poiatte, dove vi troverete ad attraversare la strada provinciale e passerete per una via molto caratteristica. Ad un certo punto, troverete una bella fontana, da lì proseguite verso destra passando sotto il porticato di un fienile. Qui la strada si fa un po’ più faticosa per colpa di alcuni tratti leggermente ripidi tra Pianure e Mezzomiglio. Lungo la strada troverete sempre dei cartelli indicatori che poi vi condurranno finalmente al final-point del Santuario della Madonna del Runal.

Visita alla Casa Museo dell’Alchimista
In una spettacolare casa del XVI secolo a Valdenogher di Tambre, unica superstite della storica architettura alpagota, sono ricostruiti gli ambienti che secondo le leggende ospitavano un nobile condannato a morte ad Alessandria d’Egitto per le pratiche alchemiche e che aveva trovato rifugio, grazie all’intervento della Repubblica di Venezia, proprio in Alpago. All’interno di questa casa egli continuò indisturbato la sua pratica e si narra che l’intero edificio racchiuderebbe niente di meno che la ricetta della Pietra Filosofale. Dove sia la ricetta nessuno lo sa, forse nascosta nella sua facciata? Studiandola con attenzione potrete vedere che presenta tre colori diversi: il rosso della pietra scolpita, il nero della fuliggine e il bianco dell’intonaco. Sembrano quasi colori banali, invece no. Sono i tre colori che corrispondono alle fasi del processo alchemico. Quelle che gli antichi alchimisti chiamarono Nigredo, Albedo e Rubedo, perchè caratterizzate proprio dall’apparire dei tre colori (nero, bianco e rosso). Inoltre, la casa è composta da tre piani…anche questa solo una coincidenza? Non si sa!
Orari: da metà giugno a metà settembre (Ferragosto compreso): sab. 10.00 – 12.00; dom. 15.00- 18.00. Gli altri mesi solo su prenotazione.

Visita alla Casa dei libri
Ultima ma non meno importante è la bellissima Casa dei Libri a Sant’Anna di Tambre. La casa è un’opera dello scultore Livio De Marchi ed è a dir poco geniale. È interamente fatta di libri e di oggetti in legno scolpiti. La staccionata è composta da una serie di pastelli con la punta e anche il cancelletto non è un cancelletto…ma un enorme paio di occhiali. Niente è quel che sembra, le pareti sono composte da centinaia di libri scolpiti e utilizzati al posto dei mattoni. Anche il tetto è a forma di libro aperto, dove vi è conficcata una penna come camino. L’interno della casa è completamente realizzato in legno intagliato, naturalmente. La stufa economica, il caminetto, lo scrittoio, la biancheria stesa ad asciugare in bagno e persino la giacca del padrone di casa! La casa al momento è solo visitabile all’esterno a meno che il sig. Livio non sia in casa. Come fare a capirlo? Guardate se le finestre sono aperte e se fuori di essere sono stese le mutande e i calzini di legno.